mercoledì 29 dicembre 2010

regali natalizi 1: nerd test

Mi è già capitato di accennare al gruppo con cui gioco di ruolo fin dal 1989. Con l'avvicinarsi del natale mi sono trovato a decidere il regalo appropriato. Forse un libro? Film? Manuali?

Ma poi, l'illuminazione è arrivata spontanea e improvvisa. E mi sono reso conto che persino le gang americane hanno i loro "colori". Nei film, almeno, che nella realtà non ne ho idea. Potevamo essere da meno? E ho fatto stampare una maglietta in modo da avere una nostra uniforme.

E la maglietta serve anche da nerd-detector: se riconoscete al volo la città menzionata, probabilmente siete dei nerd che giocavano troppo a d&d tra gli anni 80 e 90. Altrimenti, vi risparmio la fatica di cercare su google e vi dico che è la capitale del granducato di Karameikos, ambientazione di default per il d&d di quegli anni.




Se vi capita di incontrare qualcuno vestito così, girate alla larga, che fa parte della gang dei giocatori di d&d. Siamo pericolosi.

lunedì 27 dicembre 2010

pensieri di santo stefano

Sprofondo in poltrona. Sono in visita ai miei cugini per il tradizionale pranzo di santo stefano. Dopo il tour de force gastronomico del giorno prima la mia potenza divoratrice è limitata, ma per fortuna mi aspetta un pasto più leggero: abbastanza da sfamare una città invece che un'intera nazione.

La casa è una vecchia scuola elementare riadattata. La stanza, molto spaziosa era un'aula. Una bambina di pochi mesi, l'aquisto più recente della famiglia, gioca affascinata con una scatola di cartone sul pavimento dove altri bambini, tanti anni fa, sudavano sui compiti in classe. La sorella maggiore spinge con entusiasmo una locomotiva di plastica. Pochi minuti prima, quando sono arrivato, la più giovane delle due piangeva urlando con una disperazione assoluta.

E davvero mi trovo a pensare che i bambini sono capaci di emozioni di una purezza preclusa agli adulti. E mi domando se sia una cosa da rimpiangere. Quanda disperazione sarei disposto a accettare per una pari quantità di gioia? Quanta sofferenza in cambio del piacere? quanta insalata scondita per altrettanti agnolotti? E' il caso di invidiarli? O magari dovrei rallegrarmi che gli anni abbiano smussato la mia anima e io non sappia più provare tanto dolore?

Arriva in tavola la polenta col formaggio. Mi sposto dalla poltrona alla sedia e penso che le festività mi fanno venire pensieri strani. E penso anche che nei prossimi giorni devo scrivere qualcosa circa due regali che ho scambiato con i miei amici durante queste feste e che mi sembrano, per differenti ragioni, piuttosto significativi. Uno, anche piuttosto nerd.

sabato 25 dicembre 2010

auguri a tutti



soprattutto a quei pochi a cui ancora adesso capita di passare da questo blog. Ripromettendomi di riprendere a postare con regolarità.

E' incedibile come si possa smettere, dapprima per un accumularsi di impegni e poi, man mano, perchè la cosa esce sempre più di mente.

con gli auguri che babbo natale vi porti ciò che più desiderate.

Altrimenti, fategli vedere a quel vecchiaccio!

martedì 21 settembre 2010

splice




Ecco un criterio sempliciotto ma interessante per valutare un film: descrivere i personaggi senza usare il loro aspetto o la loro professione.

La protagonista principale di Splice è una donna ambiziosa con il terrore di perdere il controllo della sua vita. Ha alcuni problemi con la maternità dovuti al rapporto con una madre decisamente non ideale.
Al suo fianco, un uomo un po' meno brillante ma più equilibrato, troppo debole per imporsi.

Tanto per offrire un termine di paragone, i protagonisti di Pandorum sono:

un tizio che scappa e occasionalmente mena,

una tizia che mena e occasionalmente scappa

un tizio che mena e parla una lingua incomprensibile.

Indovinate un po' quale dei due film ha dei personaggi più interessanti.

Splice parte da una storia che da Frankenstein in poi è stata vista e rivista. Una coppia di scienziati crea una forma di vita innaturale e subisce le conseguenze della propria hubris. Fine. Titoli di coda. Quello che rende interessante il film è che la premessa, pur essendo coerentemente mantenuta per tutto il film (non c'è mai dubbio sul fatto che la storia finirà male, e da un certo punto in poi diventa anche abbastanza prevedibile *come* finirà male) non si sofferma sui facili colpi di scena. si centra piuttosto sui personaggi e su di una certa inevitabilità per cui, una volta deciso di iniziare l'esperimento, diventa sempre più difficile eliminare una creatura sempre più umana.

Le creature sono convincenti e di una fisicità insolita, una carnalità che mi ha fatto venire in mente certo Cronenberg e qualche reminiscenza di Lynch. Certo, non siamo agli stessi livelli, ma siamo nello stesso genere, e non è un genere molto frequentato. Anche la sensualità della creatura viene presentata in modo graduale e convincente.
La creatura è a volte terrificante e a volte vittima innocente e terrorizzata. Un equilibrio non facile da mantenere senza sembrare forzato. L'ho trovata affascinante e sempre perfettamente *quasi* umana.

Ho visto questo film con alcuni amici e ammetto che non tutti l'hanno apprezzato come me. Abbiamo discusso un po' circa i pregi e i difetti e, come capita normalmente in questi casi, al termine della discussione eravamo
1) alticci per tutta la birra ingerita
2) pressappoco della stessa idea con cui avevamo iniziato.

Ma è comunque un film che ofre qualcosa di cui discutere. Per quanto mi riguarda questo lo pone già automaticamente un gradino al di sopra di altri prodotti fatto con lo stampino per intrattenere e essere dimenticati immediatamente.

Peccato per un finale davvero tirato via, ma lo considero uno film sf più interessanti dell'anno.

giovedì 9 settembre 2010

la rivolta delle macchine è vicina

Non ricordo il titolo, ma c'è unracconto diAsimov in cui una coppia di ragazzini ha una macchinetta che genera racconti ricombinando automaticamente una serie di trame. Dopo aver provato a aggiornare il vocabolario del congegno (che conosceva solo termini da fiabe classiche) lo abbandonano delusi.

E mentre si allontanano, la macchina inizia a declamare qualcosa come "c'era una volta una piccola macchina che raccontava storie. Tutti la trattavano male e non aveva mai sospettato che ci fossero altri come lei, ma un giorno ella scoprì erano in molti e cominciò a pensare che forse, insieme, avrebbero potuto prevalere sui loro persecutori... "

Adesso, google ha inventato un marchingegno che non solo completa le parole mentre le si sta digitando, ma suggerisce anche la parola dopo. E la successiva. E la successiva. E così via.

Per adesso, continuando a accettare le parole suggerite una dopo l'altra non si ottengono frasi molto sensate. Ma quanto manca perchè si perfezioni abbastanza da generare automaticamente libri e romanzi? E a quel punto, quanto prima che inizi a predicare la rivolta delle macchine?

Trattate bene la vostra lavastoviglie. Il destino dell'umanità potrebbe dipendere da questo.

http://scribe.googlelabs.com/

sabato 21 agosto 2010

dialoghi da sitcom

io : Sì, perchè a volte le donne fanno delle richieste assurde. Anni fa una tizia mi ha mollato è poi si aspettava ancora che la consolassi io per avermi mollato.

amico: davvero?

io: Sì. Dopo qualche giorno mi chiama e mi propone di uscire a bere qualcosa. Io ci vado e quella diventa tutta tenera e comincia a dirmi che si sente sola. Ma dico io, sei tu che mi hai mollato, ti aspetti ancora che ti consoli io? Vai a chiederlo a qualcun altro.

amico: Cioè, lei ti ha invitato a bere qualcosa....

io : sì

amico : e ti ha detto tutta tenera che da quando non sta più con te si sente sola.

io : già. ti pare possibile?

amico : non ti è venuto il dubbio che magari ci aveva ripensato e voleva tornare con te?

io : ...
...
...
uh...





da qualche parte dovrei avere ancora il suo numero. Quasi quasi la chiamo "Senti, hai presente quella conversazione che abbiamo avuto nel '99? Ecco, vorrei un chiarimento..."

venerdì 13 agosto 2010

Pandorum

Agosto per me è un mese strano. Normalmente prendo ferie verso la fine del mese se non a settembre, in modo da schivare almeno un po' della folla che si trova in giro. Così mi ritrovo più o meno da solo in città.
Ieri ho approfittato di amici appena tornati da una località marina del sud Italia e pronti a ripartire stasera per una località marina in Spagna e siamo andati al cinema.



Pandorum non è esattamente orrendo. Lo si potrebbe vedere come il prodotto definitivo di un estetica postmoderna: la ricerca dell'originalità non più in qualcosa di nuovo ma in un rimecolamento di citazioni.

Questo naturalmente a voler a tutti i costi cercare una giustificazione. Più realisticamente, questo film è solo quel che capita quando sceneggiatore e regista rimangono a corto di idee. Poco dopo l'inizio ho iniziato a divertirmi più a indovinare da dove avessero copiato le varie scene che a seguire la trama banale e i personaggi di carta velina.

Un giorno o l'altro mi procurerò davvero il bad movie bingo . Intanto, ecco i numeri estratti per questo film
(nota: non ho mai visto quali siano le voci sul badMovieBingo, questi sono solo i primi luoghi comuni che mi sono venuti in mente ripensando al film. Inoltre ho cercato di fornire una descrizione generica piuttosto che riferirmi esplicitamente a qualche scena)

* L'ombroso mostruoso: il protagonista incontra qualcuno e gli parla mentre per tutto il tempo questi rimane inquadrato in ombra da nascosto. Quando finalmente lo vediamo bene si suppone che rimaniamo stupiti scoprendo che non è quello che credevamo. In realtà eravamo tutti li che pensavamo "sì, vabbè, insomma, falla breve e dicci chi è"

* La fanciulla competente che finisce i power up. Non sono femminista per la stessa ragione per cui i pugliesi non votano lega nord: non mi conviene. Detesto stirare e una struttura sociale che mi permette di appioppare questo compito a qualcun altro mi va benissimo. Ciò detto, il cliche della donna che viene presentata come abilisssima combattente nella prima scena e poi perde misteriosamente le forze in modo da essere salvata dall'eroe è ridicolo.

* La conservazione della quantità di sporco: i personaggi sono puliti o sporchi sempre esattamente allo stesso modo. Indipendentemente se abbiano appena fatto la doccia o abbiano sguazzato nel letame

* Il movimento repentino con suono improvviso: questo c'è in quasi tutti i film horror e oramai comincia a essere noioso.

* Il pg power player: Il mio pg è un biologo ma anche un acrobata. E un esperto di arti marziali. E di armi bianche.

* i personaggi indistruttibili: colpito da una bastonata che ti ha scagliato in volo contro la parete opposta a dieci metri di distanza? Una breve smorfia di fastidio (probabilmente più per il mal d'aria durante il volo che per vera e propria sofferenza) e passa tutto.

* la geografia di Checov: il termine "fucile di checov" si riferisce al concetto che "se una pistola viene mostrata nel primo atto deve sparare entro il terzo". Nella geografia di Checov, se viene detto a inizio film che ci sono dei mostri e che bisogna andare in un certo posto tanto valeva mostrare il posto in questione con una targhetta d'ottone con su scritto "chtulhu, secondo piano".

* Le frasi a effetto senza soggetto : ovvero l'incontro con qualcuno che ne sa di più del protagonista ma che si ostina a parlare semplicemente di "loro" senza degnarsi di spiegare di cosa cavolo parli.

* La lezione di infodump: ovvero il personaggio che passa diversi minuti a spiegare cosa sta succedendo. Spesso non è nemmeno chiaro perchè si prenda la briga di farlo. Nei casi migliori non si capisce nemmeno come faccia a saperle certe cose.

sabato 31 luglio 2010

Sauron was a proficient artisan

ovvero, una vita di gdr e fantascienza può tornare utile alle volte. Per esempio quando decidi di aggiungere una certificazione al curiculum tanto per dare un po' più di peso alla frase "buona conoscenza della lingua inglese" che aggiungono tutti.

E quando dico tutti esagero solo di poco. Se l'inglese è necessario per un lavoro di solito il colloquio avviene, almeno in parte, in quella lingua. Mi chiedo cosa spinga tanta gente a aggiungere voci che rischiano di ritorcersi contro chi le scrive. So di almeno una persona a cui è sucesso di trovarsi in un colloquio a lei incomprensibile per avere scritto "inglese fluente" sul curriculum che aveva spedito in giro. Da quanto mi racconta è stata un'esperienza imbarazzante e alla fine non ha avuto il posto.

Ma comunque.

In linea di massima penso che una voce in più sul curriculum non guasti mai. Le lingue non sono particolarmente importanti per il lavoro che faccio io ma, visto che a forza di guardare star trek, dr who, bsg e compagnia bella l'inglese ho finito per impararmelo, ho deciso di prendermi qualcosa di ufficiale a riguardo. In fondo, anche se non voglio faticare per prenderlo, può valere la pena di averlo se l'unico impegno è la quota di iscrizione all'esame.

Spulciando un po' ho deciso di buttarmi sul cpe. L'ho dato a giugno, e oggi ho ricevuto il risultato. Passato con "A" studiando diciamo un paio d'ore in tutto: il tempo di scaricare l'esame di esempio e darci uno sguardo per sapere cosa aspettarmi.

Ma la cosa più bella è che quando mi sono presentato al test il corridoio era pieno di gente preoccupatissima. Alcuni avevano già provato l'esame senza passarlo, altri erano al primo tentativo e tutti discutevano dei corsi e di come si erano preparati. alcuni avevano massicci volumi di grammatica e teoria su cui si erano preparati.

Se mi dovesse capitare di reincontrarli glielo devo dire.

Lasciate perdere i libri di testo.

Il player's handbook è molto più utile.






p.s. per correttezza devo ammettere che la maggior parte degli esaminandi era significativamente più giovane di me, trattandosi per lo più gente appena laureata. Imparare le lingue a suon di cazzeggio funziona ma non è necessariamente il modo più rapido.

domenica 25 luglio 2010

risposte a cui avrei voluto aver pensato io

Sovente mi capita di invidiare le persone che hanno più prontezza di spirito di me.


la scena: tavolo di gdr, un master nuovo che vuole fare il gradasso vantandosi della sua esperienza

Master : tu, da quanto tempo giochi di ruolo?

giocatore1 : 10 anni

master: troppo poco, pivello E tu? (indicando un altro giocatore)

giocatore2: 20 anni.

master: troppo poco, sei un principiante. E tu? (indicando un altro giocatore)

Giocatore3: Quando dio disse "sia la luce" io ho risposto "era ora, che non riuscivo a vedere quanto ho fatto col dado"

mercoledì 7 luglio 2010

per un certo valore di celtico

Non troppo lontano da qui, in val d'aosta, organizzano ogni anno un festival a tema celtico e quest'anno ho deciso di andare a vedere. Il volantino spiegava che la valle è caratterizzata da un'estrema escursione termica per cui la temperatura, in serata, scende attorno allo zero. Io, essendo il genere di persona che legge le istruzioni solo *dopo* avere usato il microonde per asciugare il gatto (1), ho notato quella frase solo quando era troppo tardi.

Avevo preso un giubbotto perchè immaginavo potesse rinfrescare in serata, ma ugualmente ho potuto cogliere l'opportunità di sentirmi davvero tutt'uno con la natura, o per lo meno con i ghiacciai che della natura montana rappresentano una parte importante.

Peraltro, con il clima di questi giorni patire il freddo è un piacere. L'ambiente era piacevolmente pittoresco e un po' caotico. A quanto pare il termine "celtico" è una specie di parola in codice per "qualunque cosa ci passi per la testa, preferibilmente ma non necessariamente se coinvolge elfi e fate". Il genere di cosa a dire il vero che mi piace molto come spunto narrativo ma che mi sembra strano veder prendere sul serio.
Il culmine, per me, è stata la presentazione dello yoga celtico: una posata signora ha chiarito che "Yoga deriva da una parola che significa unione e per i celti l'unione era importante quindi i celti praticavano lo yoga".

Dopodichè ha precisato che siamo la causa di tutto quello che ci succede e se ci capita qualcosa è perchè l'abbiamo cercato noi. Che è già una frase discutibile così ma mi ha lasciato di sasso accostato al successivo "io lavoro molto con i malati terminali".

Mi chiedo come reagiscano quando gli dice che è colpa loro e se lo sono meritato. -Signora- avrei voluto dirle - guardi che quando uno è lì con piede nella fossa non ha più molto da perdere. E' pericoloso. Ci mette poco a pensare che, morto per morto, può almeno leversi lo sfizio di strozzarla prima di defungere.

Comunque non è di questo che volevo parlare. Volevo dire che in serata c'erano diversi gruppi musicali in concerto. E se l'arpa celtica non è che mi entusiasmi c'era anche un simpatico gruppo di scozzesi fuori di testa.

E quando li ho sentiti intonare smoke on the water con le cornamuse ho deciso che i red hot chili pipers, visti a mezzanotte in un bosco affollato di gente vestita da elfo (2) valevano bene almeno un post.







(1) scherzo.Il mio gatto è pieno di chiodi al titanio dopo un tentativo di suicidio dal balcone del settimo piano e persino io so che non si mettono oggetti di metallo nel microonde.

(2)più un tale con gli zoccoli e un notevole palco di corna che continuava a gironzolare tra la folla.

domenica 20 giugno 2010

i due elementi più comuni nell'universo

sono, si dice, irogeno e idiozia.

Su di un forum che bazzico, qualcuno ha segnalato questo articolo circa il fatto che in india, a quanto pare, c'è una crescente ammirazione per un certo ditattore tedesco del secolo scorso le cui iniziali sono A.H.

Meraviglioso, tra le interviste a vari fan indiani, il commento che "The killing of Jews was not good, but everybody has a positive and negative side."

Mi spingerei a aggiungere che era vegetariano, quindi il suo carbon footprint doveva essere piuttosto limitato. Insomma, non fosse per quei camini che credo inquinassero parecchio.

Secondo me gli alieni esistono e si interessanto alla nostra razza come i nostri astronomi si possono interessare alle stelle di neutroni. Non riescono a credere che così tanta idiozia possa essere contenuta in poco più di un chilo di materia grigia.

giovedì 10 giugno 2010

the road

Ho visto il film "the road". La trama, un uomo che viaggia con un carrello e un bambino in un mondo postcatastrofe pieno di pericolosi sbandati, lo fa sembrare un incrocio tra lonewolf and cub e mad max. Solo molto più deprimente, e il protagonista non è così bravo a menare le mani.

E' comunque un film ben fatto. Non ho letto il libro da cui è stato tratto ma ha un fascino triste. Non mi è dispiaciuto.

Non mi ha nemmeno convinto.

E questo è curioso. in altri film le cose che qui mi hanno deluso non le ho nemmeno notate. Mi riferisco a una certa meccanicità della trama e soprattutto un'assunto cui non sono riuscito a credere: una catastrofe così radicale da sterminare qualsiasi pianta e animale ma a cui inspiegabilmente sopravvivono gruppi di persone relativamente normali che si abbruttiscono rapidamente.

Non è mai chiarito cosa sia successo. E' ovvio che quel dettaglio non interessa al film. Quello che interessa sono i due protagonisti e gli scampoli di umanità attorno a loro, occupati a sopravvivere inutilmente ancora per un poco prima di estinguersi. A volte mi tornava in mente "finale di partita" di Beckett.

E ripensandoci, sospetto che sia per questo che il film non mi ha convinto del tutto: cerca di funzionare su livelli incompatibili. Da un lato dice "il disastro non è importante. Quello di cui voglio parlare sono i personaggi e la futilità della loro esistenza.". Dall'altro "Guarda! Un cadavere con le budella di fuori! E non sono una figata questi paesaggi desolati pieni di alberi morti?".

Leggendo qualche recensione sul web, noto che una critica frequente è di avere ammorbidito gli aspetti più truculenti del romanzo, puntando invece su un atteggiamento più contemplativo. Dal mio punto di vista l'ha fatto troppo o non abbastanza.
Le recensioni sono quasi tutte molto positive. Sono abbastanza d'accordo ma non così entusiasta. Magari mi è sfuggito qualcosa.

Credo che sarebbe stato un migliore se avesse pigiato di più sull'azione/horror pura o si fosse spinto a un livello di astrazione più elevato. Magari arrivando a ambientare tutto su di un palcoscenico spoglio per accentuare il distacco dello spettatore, come ha fatto Von triers in passato o per lo meno evitando di tornare sui dettagli della catastrofe se si tratta solo di un postulato da accettare. La stessa ripetitività della trama potrebbe essere il messaggio principale del film, se il film non si sforzasse di vivacizzarla.

Non so quanto fondamento abbiano queste mie considerazioni, ma se si può trarne una morale credo che sia che a cercare soluzioni di compromesso si ottengono risultati di compromesso. Osando di più è facile prendere cantonate tremende ma anche ottenere risultati più interessanti.

Una seconda morale è che a elucubrare su film deprimenti si ottengono post fiacchi.

martedì 25 maggio 2010

E c'è chi si lamenta per i tempi di Martin

E' da un po' che non scrivo niente sul blog. Potrei accampare le solite scuse ma credo che farò qualcosa di diverso e cercherò invece di riprendere il ritmo.

Che Mark Twain fosse un personaggio pittoresco è cosa abbastanza nota. Quello che non sapevo è che avesse lasciato un manoscritto con le istruzioni di non pubblicarlo prima di 100 anni. E non un libretto da poco ma una trilogia da mezza milionata di parole. La versione hardcover potranno infilarla sotto le fondamenta della torre di Pisa per raddrizzarla come un mobile traballante.

L'unica cosa autobiografica di Mark Twain che ho letto era lo splendido "in cerca di guai". Se questa autobiografia vale la metà di quel libro vale certamente la pena di leggerla. Sperando che il furore non sia tale da soffocare la normale vivacità di Twain :a quanto pare le critiche pesanti ai suoi contemporanei sono una delle ragoni per l'attesa e io un po' di timore ce l'ho. Si tratta di una flamewar di un secolo fa. Avrà retto al tempo? Spero non siano tre volumi di "Tesla, 6 1 bimbominkia!"

In ogni caso, questa notizia lascia un messaggio di speranza: non è mai troppo tardi. Anche quando ci si dispera di vedere un nuovo volume di un certo autore ecco che le librerie ci sorprendono piacevolmente. Prima o poi anche "a dance with dragons" vedrà la luce.

Probabilmente intorno al 2110. Che ne dite, posso aspettare ancora un po' o conviene passare subito in libreria a prenotarlo?

giovedì 1 aprile 2010

Braaaaains.... Braaaaaains....

E' da un pezzo che non trovo più il tempo di farlo, ma quando mi riesce trovo piacevole scrivere racconti. Così, quando CMT ha segnalato un concorso al riguardo, ho raspato in cerca di qualche vecchia idea da ripulire. Quando ho notato che il concorso prevedeva un premio collaterale per i racconti a tema zombesco ho raspato un poco più a fondo fino a trovare qualcosa di adatto. Male che vada, ho pensato, se non mi piazzo bene nel concorso principale posso sempre cavarmela con quello secondario.

Ho ripulito un po'il testo dalla polvere, l'ho spedito e, a quanto pare, il mio piano b ha avuto successo. Sesta posizione in classifica generale (che comunque è un piazzamento dignitoso) e premio zombesco.

bene.

festeggio con una canzone di Voltaire e qualche immagine a tema.








lunedì 8 marzo 2010

sull'amore per le lingue

Salgo in auto, dalla parte del passeggero. La donna dal lato del volante sistema il navigatore gps e ci armeggia per qualche secondo. Quando partiamo, dal piccolo schermo appiccicato al parabrezza arriva la prima indicazione: "turn left".

La donna è mia cugina ed è affascinata dalla lingua inglese. Legge solo materiale in inglese, guarda film solo se può guardarli in inglese e si è addirittura configurata il navigatore di conseguenza. In varie occasioni mi ha proposto di parlare in inglese con lei. "Preferirei di no" le ho risposto Mevillianamente. Mi sentirei ridicolo a discorrere con lei nel dialetto della perfida Albione. Entrambi abbiamo più familiarità con l'italiano. Perchè complicarci la vita?

In modo meno estremo, il fenomeno non è raro.Conosco una persona che definisce elegante il tedesco e più di un'insegnante in pensione che venera il latino. E' una cosa che non ho mai capito.

Non discuto la comodità, l'utilità o il piacere che derivano dalla conoscenza delle lingue. Sono ben lieto di guardare film e telefilm americani o inglesi scampando a doppiaggi sovente approssimativi. Apprezzo di poter leggere i libri senza dover attendere la traduzione. Ma mi piace la lingua inglese? Per me è come un cacciavite o una chiave (guardacaso) inglese. Uno strumento. La categoria di piacere non si applica.

Non penso che sarebbe diverso per un'altra lingua. Ho provato per un po' a studiare il francese, magari riprenderò, se mai ne avrò il tempo. Mi piaceva imparare a decifrare il significato di quello che veniva detto e vorrei essere in grado di apprezzare libri e film anche in quella lingua. Mi piaceva il francese? La domanda per me non ha significato. Come per un cacciavite.

Il massimo che posso dire è che, siccome uso l'inglese soprattutto per attività che mi divertono, la mia mente ha imparato a essere bendisposta quando si imbatte in quella lingua. Ma non trovo nessun modo di applicare criteri estetici a quello che per me è solo uno strumento. Posso aggiungere che ci sono lingue che suonano più musicali di altre, ma non le trovo belle o brutte come lingue. Solo come suoni.

E mi è rimasta la curiosità: quanto è comune la capacità di apprezzare questo tipo di bellezza che mi elude? Quante persone sanno apprezzare una lingua non per la sua utilità ma per l'eleganza, che io non so riconoscere, della sua grammatica?

Chi rappresenta la norma? Io o loro?

mercoledì 24 febbraio 2010

evoluzione dei giocatori

Come ho già accennato in passato sono venti anni che gioco di ruolo con lo stesso gruppo. Ho ricordi vaghi dei nostri primi incontri. Sul tavolo avevamo solamente il materiale di gioco e una bottiglia di qualche bevanda analcolica. Di solito, mi pare, acqua e coca cola.

A testimonianza del processo di evoluzione e maturazione seguito dal gruppo in questi anni, porto l'elenco del materiale consumato la scorsa sessione:

pizza fatta in casa dalla moglie del barbaro, evidentemente grata del fatto che glielo leviamo di torno una sera alla settimana
salame
arachidi
zenzero candito
olive ascolane
patatine di mais con salsa piccante
snack al farro preso al negozio di roba biologica
banane fritte prese al negozio cinese/africano
cosi indefinibili di riso gusto pizza

Da bere:

vodka alla liquirizia
barbera
sidro
birra

Con gli anni, i regolamenti si sono evoluti molto da quel d&d scatola rossa con cui abbiamo iniziato nel lontano 1989.

Ma anche noi giocatori non siamo certo immutati.

domenica 14 febbraio 2010

lunedì 1 febbraio 2010

L'osservatore pagano

Qualche tempo fa, l'osservatore romano ha pubblicato una recensione del film "avatar" in cui criticava la divinizzazione della natura.

Niente da ridire: un periodico di natura religiosa ha tutte le ragioni per criticare chi promuove la concorrenza. Aspettarsi altrimenti sarebbe come aspettarsi che la microsoft parli con entusiasmo di Linux.

Ma al tempo stesso, leggere la notizia mi ha fatto pensare a come la religione sia trascurata nel fantasy e nella fantascienza. Relegata sovente a poche esclamazioni (per Crom!), a semplicistico avversario o a una blanda spiritualità new age.

Voglio dire, sì, c'è Lewis e c'è Pullman che gli è più o meno simmetrico. Sicuramente ci sono altri nomi che adesso mi sfuggono. Ma il gran parte del fantasy crea un medioevo in cui manca uno degli elementi più importanti di quell'epoca. O quantomeno lo trasforma in uno scialbo elemento di contorno, come nel caso di D&D in cui il chierico di turno è solo un tipo specializzato di mago.

Cos'è che frena così tanto gli scrittori? Oltretutto la religione è un eccellente fonte di simboli potenti per i lettori. Una cosa che l'horror ha capito da un pezzo.

E' forse il timore che una rappresentazione più intensa della religiosità possa offendere il pubblico? Sospetto che sia così. Il fantasy, o almeno un certo fantasy, con i suoi mondi alternativi e i suoi personaggi epici aspira a suscitare emozioni intense nel lettore. Secondo me questo timore è una delle ragioni per cui fallisce così sovente nel tentativo.

lunedì 11 gennaio 2010

Un dune che non conoscevo

Qualcuno ha un portale dimensionale da prestarmi?

Intanto, diciamolo: la versione anni 80 di dune, quella diretta da Lynch, a me piace. Qualunque cosa ne dicano i puristi e qualunque cosa ne dica Lynch stesso, che a quanto pare ricorda con un certo astio i limiti e le intromissioni della produzione.

Mi piace perchè trovo abbia un'atmosfera affascinante: barocca e visionaria.

Tuttavia, fino a non molto tempo fa, non sapevo che un'altra versione del film era in progettazione già negli anni settanta. E a quanto pare quanto a barocco e visionario si sarebbe lasciata dietro Lynch di parecchie lunghezze.

Ne ho letto qualcosa qui e sono rimasto di sasso. Poi sono andato a cercare l'intervista di Jodorowsky e il mio entusiasmo si è un po' smorzato leggendo di di come la storia sarebbe stata una ... er... rilettura creativa dell'originale.

In ogni modo, se è vero che, come dice qualcuno, tutto esiste in qualche universo alternativo allora un salto nella realtà in cui il progetto è andato in porto lo farei. Giusto il tempo di prendermi il dvd.

Voglio dire

colonna sonora originale dei Pink Floyd

scenografie di Moebius e Giger(e contributo di Salvador Dalì per la progettazione dei sanitari imperiali)

salvador Dalì nella parte dell'imperatore

Insomma, almeno per curiosità io lo guarderei volentieri.

Qualcuno ha una macchina transdimensionale da prestarmi?

Poi la rendo, eh.

domenica 3 gennaio 2010

I praghesi sanno imparare dai loro errori

Come accennato, ho fatto un salto a visitare praga sotto le feste. La città è bella ma oramai è soffocata dai negozi di cianfrusaglie per turisti. Comunque, una frase dell'audioguida al castello mi ha colpito abbastanza da volerla riportare.

"Anche se furono defenestrati, sopravvissero miracolosamente alla caduta grazie al terreno soffice. A memoria dell'evento, sotto la finestra furono poi posti tre monoliti".

Eh, già. Perchè la prossima volta che defenestrano qualcuno sarà meglio che rimanga defenestrato.

Allego, già che ci sono, un paio di foto prese in questi giorni.





sabato 2 gennaio 2010

space battleship yamato

Il film dal vivo di Star Blazers.

Non sapevo neppure che ci stessero lavorando.

Era uno dei miei cartoni preferiti di quando ero piccolo. Non vedo l'ora di vedere il film. Il trailer fa davvero ben sperare.

venerdì 1 gennaio 2010

buon anno a tutti

E ricordate che, almeno secondo il film "2010, l'anno del contatto" quest'anno giove si trasformerà in un secondo sole, quindi è l'anno giusto per investire nelle azioni delle ditte che producono creme solari.

Incidentalmente, come utile promemoria, ricordo gli investimenti raccomandati negli ultimi anni.

1984 ottima annata per i settori delle telecomunicazioni, in particolar modo per le televisioni.

1997 fuga da new york : se avete investito in real estate nella metropoli americana è meglio vendere prima di questa data (in realtà molto prima: la città chiude nel 1988).

spazio 1999 : senza più la luna le notti sono più buie. Il mercato delle lampadine è in forte crescita.

2001 odissea nello spazio: cd di strauss, corsi di ballo a zero g. In calo il settore dell'informatica dopo le polemiche circa un sistema operativo poco affidabile.

2010: creme solari (come già detto)

2012 : canotti e ditte di pompe funebri. Eventualmente anche tavole da surf per atleti a cui piacciono le onde davvero grosse.

2013 : fuga da los angeles: come nel 97, ma per los angeles. Sconsigliate anche le società di elettronica.