Sprofondo in poltrona. Sono in visita ai miei cugini per il tradizionale pranzo di santo stefano. Dopo il tour de force gastronomico del giorno prima la mia potenza divoratrice è limitata, ma per fortuna mi aspetta un pasto più leggero: abbastanza da sfamare una città invece che un'intera nazione.
La casa è una vecchia scuola elementare riadattata. La stanza, molto spaziosa era un'aula. Una bambina di pochi mesi, l'aquisto più recente della famiglia, gioca affascinata con una scatola di cartone sul pavimento dove altri bambini, tanti anni fa, sudavano sui compiti in classe. La sorella maggiore spinge con entusiasmo una locomotiva di plastica. Pochi minuti prima, quando sono arrivato, la più giovane delle due piangeva urlando con una disperazione assoluta.
E davvero mi trovo a pensare che i bambini sono capaci di emozioni di una purezza preclusa agli adulti. E mi domando se sia una cosa da rimpiangere. Quanda disperazione sarei disposto a accettare per una pari quantità di gioia? Quanta sofferenza in cambio del piacere? quanta insalata scondita per altrettanti agnolotti? E' il caso di invidiarli? O magari dovrei rallegrarmi che gli anni abbiano smussato la mia anima e io non sappia più provare tanto dolore?
Arriva in tavola la polenta col formaggio. Mi sposto dalla poltrona alla sedia e penso che le festività mi fanno venire pensieri strani. E penso anche che nei prossimi giorni devo scrivere qualcosa circa due regali che ho scambiato con i miei amici durante queste feste e che mi sembrano, per differenti ragioni, piuttosto significativi. Uno, anche piuttosto nerd.
lunedì 27 dicembre 2010
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2 commenti:
secondo me è la digestione arretrata (perché è evidente che il tuo stomaco se la stava ancora vedendo coi pasti del giorno precedente) a causarti certi pensieri... io comunque non li invidio i bambini: sono troppo attaccata alla mia infanzia usata per barattarla con una nuova ;)
in attesa di sapere del regalo nerd!!
E' plausibile. Certe abbuffate non possono essere senza consguenze. E no n escludo che tra i funghetti negli antipasti nonsi fosse intrufolato qualche funghetto di quelli più interessanti, tipo peyote
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