Non sono morto. SOno ancora qui. Dopo i due giorni a roma, che mi hanno permesso di esplorare a fondo l'aeroporto di fiumicino attendendo che il tempo permettesse al mio aereo di partire, ho passato qualche giorno fuori città.
Ho imbottigliato la scorta di grignolino e barbera. Ho lavorato un po' nell'orto da mia madre e mi sono, insomma, dedicato a una varietà di mestieri che hanno in comune il fatto di non coinvolgere alcun tipo di materiale informatico.
Non nego di essermi collegato un paio di volte con il mio fidato 56k, nè di avere passato qualche serata sdraiato sul letto con il portatile sulla pancia a rivedermi i dvx del monthy python flying circus. Mi sono però immerso in una mentalità tendenzialmente alquanto low tech.
Adesso, rientrato in città dopo gli ozi agresti, mi sento in dovere di postare qualcosa al fine di fermare le tipografie che stanno oramai imbastendo il mio necrologio.
E tanto per dire qualcosa, propongo una considerazione che mi torna in mente di tanto in tanto. Avete mai la sensazione che nelle storie, la spalla comica sia spesso il personaggio più nobile e meritevole?
Non dico sempre.
Però, considerate la classica coppia di personaggi : il protagonista : abile, motivato, competente. E accanto, qualcuno meno competente, meno abile, che gli autori hanno messo lì solo per sdrammatizzare rendendosi ridicolo. Assolutamente non all'altezza eppure presente. Chi è il vero eroe? Il tizio che affronta nemici alla sua altezza o quello che fronteggia avversità ben oltre la sua portata mentre il protagonista guarda con aria malinconica oltre una finestra striata di pioggia?
Sospetto sia una questione di età. Una volta non avevo difficoltà a immedesimarmi negli eroi muscolosi e ridere della goffaggine dei loro compagni. Adesso mi trovo a condividere l'imbarazzo di questi ultimi e a pensare che meriterebbero di più. Una volta mi immedesimavo in don chisciotte. Adesso so di essere tutt'al più un Sancho Panza.
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5 commenti:
Parliamone, in linea di massima io ho sempre preferito (con qualche eccezione) la spalla comica anche in giovane età. Ma sospetto che dipenda dalla mia necessità di sdrammatizzare sempre e comunque, o è la mia necessità di sdrammatizzare a derivare dalle care vecchie spalle? ma è nato prima l'uovo o la gallina? argh!
Ma certe storie senza le spalle comiche non sarebberlo le stesse
Effettivamente certe spalle hanno il loro fascino: Groucho assistente di Dylan Dog, il maldestro Kato del maldestrissimo Ispettore Clouseau; e che dire, per non tralasciare il fantasy, del caro Samvise Gamgee? il vero eroe era lui, la spalla, l'amico del portatore dell'anello...
Insomma, le spalle sono importanti almeno quanto gli eroi, no?
@ fed beh, la tendenza a sdrammatizzare ce l'ho sempre avuta anche io. Non mi capita sovente di essere accusato di troppa serietà. Più frequente il contrario.
E sono anche consapevole dell'opportunità di introdurre un elemeno più leggero nelle storie per dare ritmo alla narazione.
Recentemente però mi capita sempre più spesso di pensare che se si considerano i personaggi delle storie come se fossero persone vere, piuttosto che finzioni drammaturgiche, allora i giudizi dovrebbero ribaltarsi rispetto alle intenzioni dell'autore. Innanzitutto dal punto di vista morale, perchè sovente la spalla comica è quella che accompagna l'eroe per pura lealtà contro avversità soverchianti.
Poi, sempre dal punto di vista morale, proprio perchè è comica. Penso che tutti abbiamo provato il disagio di renderci ridicoli e farci prednere in giro. Ma quando la spalla comica si rende ridicola e l'eroe si mette a ridere ci si aspetta che noi ci schieriamo con l'eroe nello sbeffeggiare il comprimario per la sua debolezza. NOn mi sembra del tutto corretto.
Infine, spesso e volentieri la spalla è davvero la persona più in gamba della situazione. Questo perchè l'eroe non fa necessariamente il lavoro più difficile o più importante . Fa il lavoro più spettacolare. Tutto il resto avviene in background a opera di persone che, sospetto, sono ben più competenti.
Caso d'esempio numero uno : anni fa mi sono ritrovato a leggere un paio di storie del punitore. Non è mai stato tra i miei personaggi preferiti (in campo marvel seguivo più i mutanti) quindi non so quanto fossero tipici, ma le trame erano più o meno così : bang,bang,bang. Visita da un nerd imbranato (mi pare lo chiamasse chip) che ravana sui pc e scopre chi attaccare, dove, come e quando. bang bang bang.
Sarà che come informatico mi ci immedesimo, ma mi pare che se tutto quello che fai e andare a menare le persone che qualcun altro scopre,
quando e perchè quell'altro te lo dice, beh, allora dovresti essere tu la spalla, non lui. Sei il protagonista solo perchè è più facile intrattenere con una sparatoria che con un lavoro più importante ma più noioso.
Caso d'esempio numero due. Il film "armageddon". I protagonisti ragiungono una stazione orbitale gestita da un tizio russo ubriaco. Ovviamente si suppone che guardiamo costui divertiti con un'aria di sufficienza.
Un tizio che riesce a far funzonare da solo una stazione orbitale fatiscente e in perenne bisognno di manutenzione. E non ha nemmeno bisogno di essere sobrio per farlo. Capperi! Io una volta ho cinito un pc a casa perchè mi ci è caduto dentro una bicchierata di vino mentre stavo trafficando con la scheda madre. Per quanto mi riguarda quel tizio è un genio.
@mat Samvise ! Giusto. Anche se come personaggio è ben più di una spalla puramente umoristica è un buon esempio. Ricordo che verso la fine del signore degli anelli è imbarazzato dal fatto di trovarsi a avere una reputazione anche maggiore di frodo (per gli scontri nella contea). Eppure sì, il suo ruolo nel portare l'anello a mount doom non è poi così inferiore a quello di frodo, anche se l'anello lo ha portato solo per poco (separandosene poi senza recriminare. Mica da tutti).
Sauron, hai perfettamente ragione, sul discorso delle spalle (vedi il punitore). Mi viene in mente anche Groucho in Dylan Dog: Dylan è il protagonista, colui che risolve i casi (e che concupisce le belle donne, particolare da non disdegnare...); Groucho è quello che spara battute a raffica e spesso finisce epr essere cacciato in malo modo. Eppure Groucho è stato l'ancora di salvezza per Dylan, quand'era sull'orlo della disperazione e in preda all'alcolismo. Groucho si era auto-nominato assistente, aveva fissato la targa sulla porta recante "Dylan Dog, indagatore dell'incubo" e aveva messo in piedi la bizzarra attività di Dylan.
Concordo con te anche sul film "Armageddon"; quel personaggio era fantastico: era anche esilarante, oltre che geniale. Non l'ho mai considerato un cretino, anzi. Credo che per far ridere sia necessaria una certa intelligenza.
Tra i miei amici c'è una regola non scritta: ci si prende in giro a vicenda, senza cattiveria. Ridiamo tra noi e di noi, in maniera serena, diventando al momento uno la spalla dell'altro.
Il disagio non compare mai, perchè quando uno di noi viene preso in giro, il bersagliato di turno è il primo a rincarare la dose: un po' di sana autoironia permette d'esser sempre a proprio agio.
@mat : Perfettamente d'accordo, e anche io con i miei amici mi comporto più o meno allo stesso modo. Ma è importante essere sicuri che la cosa venga presa con divertimento da tutti. Mi è capitato di vedere vere e proprie persecuzioin nei confronti di persone che venivano costantemente prese in giro. Forse sono un po' troppo paranoico, ma quando l'unico ruolo di una persona è di essere presa in giro mi sembra che ci sia qualcosa che non va. Mi sento un po' a disagio quando lo vedo succedere. Senza conoscere le persone coinvolte abbastanza bene da sapere che va benissimo e sono tutti contenti.
Poi, ho anche conosciuto scherzi che in realtà erano eccessi gravi. Anni fa, quando ero a naja, i "nonni" hanno costretto un "rospo" a fare le flessioni e, per divertimento, gli hanno fatto cadere una branda sulla mano frantumandogliela. Non credo che, facendolo, pensassero di fare qualcosa di diverso da uno scherzo simpatico. Lo cito per dire che a volte uno scherzo fatto senza cattiveria... beh, non è davvero così senza cattiveria.
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