Dalle finestre delle case affacciate sul fiume sventolano ancora le occasionali bandiere, tutte italiane tranne una: un balcone al penultimo piano ha preferito issare il jolly rogers.
Non è una zona elegante della città. Lasciando alle spalle l'appartamento piratesco supero il ponte metallico e la prima cosa che sento è l'odore di urina. Poi inizia il mercato dell'usato. File di scarpe usate, pile di libri consunti, cumuli di ferramenta rugginosa. Si chiama Balon e si estende all'aperto ogni sabato, lungo le via che vanno dalla dora fino alla piazza di porta palazzo.
Non penso a guardare di che colore sia il cielo. Probabilmente è grigio. Il giorno dopo avrebbe piovuto.
Tre abiti da sposa sono appesi a una cancellata. Oscillano leggermente al vento, forse ricordando quell'unico giorno in cui sono stati importanti e ammirati. Sotto di loro i vestiti logori sulla bancarella sono di un grigiore uniforme.
Un suonatore di fisarmonica cerca di elemosinare qualche moneta con una melodia che so di avere già sentito ma che non saprei identificare con esattezza. Un centinaio di metri più in là un uomo ha appena comperato un manichino. Armeggia cercando di infilare il suo acquisto in un vecchio zaino da montagna. Lo ha diviso all'altezza della vita e adesso dallo zaino spunta una testa innaturalmente glabra. A terra, un paio di gambe in plastica grigia attende il suo turno, troncato subito al di sopra dei glutei .
Non amo molto i libri in cui i simbolismi sono troppo evidenti. Soprattutto quando è evidente la ricerca del simbolismo ma non è chiaro cosa vorrebbe rappresentare.
A volte, però, mi sembra di esserci finito dentro a un libro del genere.
lunedì 28 marzo 2011
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2 commenti:
capisco la tua sensazione di trovarti un in libro pieno di simolismi, mi chiedo se sia piacevole o meno. Con la mia deviazione urban fantasy mi viene da pensare che la tua descrizione calzerebbe perfettamente per un posto di confine: un mercato che poco a poco si trasforma in un mercato delle fate o cose del genere; anyway la massima stima al pirata dell'ultimo piano :)
@fed: in realtà non è spiacevole. Mi chiedo se sia un effetto collaterale di aver passato troppo tempo immerso in opere di fantasia: la mia mente ha preso il vizio di riconoscere gli schemi della narrazione anche nel mondo reale.
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