giovedì 17 febbraio 2011

nei panni del cattivo

E' già buio quando esco dall'ufficio e mi dirigo verso casa. Per fortuna abito vicino e posso andare a piedi. E' stata una giornata lunga e irritante: i requisiti sono cambiati e nessuno mi aveva detto niente, così gran parte del mio lavoro è stato inutile e dovrò rifare tutto da capo.

Raggiungo il semaforo mentre sta scattando il verde. Una figura attraversa subito prima di me, mentre ripercorro col pensiero le risposte che, se le avessi pronunciate in riunione, avrebbero reso la giornata molto più soddisfacente.

Purtroppo l'avrebbero resa anche l'ultima con il mio attuale datore di lavoro. Dovrò rinviare quel piacere a *dopo* che avrò vinto vari milioni al superenalotto.

L'asfalto è lucido di pioggia. Un'auto passa rumoreggiando e spargendo schizzi da una pozzanghera. Un rumore attira la mia attenzione e alzo gli occhi notando che la figura davanti a me è una donna.

La strada costeggia un fiume da un lato e un cantiere dall'altro, noi siamo dal lato del cantiere. Alla mia sinistra, oltre una sottile protezione metallica ci sono monconi di palazzo e le cavità fangose delle fondamenta.

La donna si volta e accelera il passo. Mi rendo conto che è questo che mi ha distratto dal mio ruminare. Il ticchettio delle sue scarpe che ha cambiato ritmo e si è fatto più frenetico.

Si volta ancora. Immagino la cosa dal suo punto di vista: sta camminando da sola in una strada disabitata mentre uno sconosciuto vestito di scuro la segue. Il cappello che indosso, ben calcato in testa fino alle orecchie, probabilmente non aiuta. Lo uso perchè sono calvo e, privo della protezione naturale, patisco il freddo più di altri. Ma immagino che non sia il caso di chiamarla per spiegarlo.

Un altro incrocio. Il ticchettio si interrompe quando lei si ferma prima di attraversare.

La vedo distintamente muoversi in una sorta di oscillazione esitante. Si protende in avanti senza fare un passo. Vorrebbe correre via ma non vuole mostrare che è spaventata. Io continuo tranquillamente. Lei attraversa quasi di corsa, poi svolta a sinistra lungo una salita mentre io proseguo attraverso il percheggio del supermercato.

E rimango con alcuni pensieri.

Che forse è stato crudele da parte mia camminare normalmente quando avrei potuto farla sentire più a suo agio semplicemente attraversando la strada.

Che, d'altra parte, è vagamente offensivo che qualcuno si spaventi al solo vedermi, e non mi va di spostarmi solo perchè lei non vuole avermi vicino.

Che probabilmente è così che si sentono tutto il tempo certi stranieri, quando vengono guardati con sospetto perchè vengono dall'africa o da chissà dove.

Che scappare facendo finta di niente non raggiunge nessuno dei due scopi: non si muoveva abbastanza in fretta e le sue intenzioni erano chiare. Devo tenerlo presente se mi capitasse una situazione simile: se fingo indifferenza cammino normalmente, se scappo, scappo e basta.

Che fare paura è fastidioso ma anche stranamente rassicurante. Se io sono la cosa più pericolosa allora non devo preoccuparmi.

Che poi, va a sapere: magari ho frainteso tutto e la ragione per cui andava di fretta e si dondolava al semaforo è che le scappava di andare in bagno.

6 commenti:

Valberici ha detto...

Umm, è vero, è possibile che volesse semplicemente andare in bagno...la prossima volta ti consiglio di metterti a correre agitando scompostamente le braccia e urlando, così vedi se fugge o se si limita a telefonare alla croce verde. Nel malaugurato caso in cui si rivelasse un'esperta di arti marziali e difesa personale...ti consiglio di estrarre il buono pasto per due ed esclamare: ehi! Verrebbe a cena con me! :D

Fed Zeppelin ha detto...

a me è capitato di trovarmi nell'una e nell'altra situazione, ammetto che quando sono stata io a fare paura ho provato quel senso di sicurezza di cui parli, ma anche un certo orgoglio... forse dentro di me si nasconde un supercattivo che aspetta il momento buono per uscire...

sauron era un bravo artigiano ha detto...

@valberici: dici? Io pensavo che se è così spaventata forse è meglio offrirle conforto. Potrei estrarre un lungo coltello e correre verso di lei. In questo modo sa che se dovesse presentarsi un malintenzionato ci sono io a proteggerla.
E comunque tenere pronto il buono per due.

@fed: a proposito, il postino mi ha recapitato per sbaglio una lettera diretta a te. Viene da un certo Bad Horse e si riferisce a una tua rochiesta di adesione. Ti dice qualcosa?

CMT ha detto...

Mi è capitato devo dire, e in quei casi la mia reazione in genere è accelerare e sorpassare...

sauron era un bravo artigiano ha detto...

@cmt: uhmm. SIcuro che non peggiori la situazione? Se lei accelera per sfuggirmi e io accelero a mia volta rischio che sembri che la sto inseguendo.

PRobabilmente è meglio attraversare la strada o distrarsi a fare qualcosa d'altro finchè non è passata ben oltre in modo che non si preoccupi.

Fed Zeppelin ha detto...

@Sauron: Dannate Poste Italiane!!!