I bambini amano riascoltare continuamente la stessa storia e a volte capita anche a me di sentirmi un po' così : certi libri li rileggo abbastanza da consumarli. Immagino che potrei considerarlo un buon segno : sono più giovane di quello che sembro. D'altra parte, magari porto molto male i miei quattro anni di età.
Poi ci sono altri libri , sovente migliori, che rimangono sullo scaffale senza che mi venga più voglia di riprenderli in mano.
Il criterio non è la qualità della scrittura o l'originalità della trama : i romanzi del ciclo di Xanth li rileggo tanto quanto Il signore degli anelli. Neppure i più astiosi detrattori di Tolkien lo metterebbero al livello di Piers Anthony.
Non sono, ovviamente i colpi di scena. Magari sono un po' de coccio, ma alla terza o quarta rilettura ho cominciato un pure io a sospettarlo che quel losco figuro alla locanda del puledro impennato forse tanto losco non era.
Normalmente quando mi metto a rileggere un vecchio libro è un periodo in cui sono un po' più stressato e preferisco non fare la fatica e corre re il rischio di qualcosa di nuovo. I libri che scelgo sono quindi quelli che hanno personaggi o ambientazioni affascinanti che mi fa piacere ritrovare. E che hanno un lieto fine o almeno che non finiscono troppo male. Insomma, per me il rileggere è un po' il rintanarmi fuori dalla realtà in un mondo che mi piace , che è familiare e che e in cui so che le cose dopo tutto, andranno a finire bene. Insomma, un rifugio rasicurante quando *questo* mondo tanto rassicurante non è.
Peraltro,
I bambini amano sentir raccontare innumerevoli volte sempre le stesse storie, per garantirsi nello stesso tempo sia il
piacere della scoperta del nuovo e del perturbante sia quello della rassicurazione nel ripercorrere il noto e il confortevole.
Insomma, quando sono stressato la mia età mentale regredisce fin verso i cinque anni. Probabilmente mi sarebbe bastato chiedere a qualunque collega che mi abbia visto fare tardi in ufficio.
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4 commenti:
Non sono mai stata famosa per essere una che rilegge, con Il Signore degli Anelli ci provo quasi ogni anno e irrimediabilmente mi blocco a 'Fuga al guardo' sempre lì... magari la prossima volta comincio da lì. Però a volte si scatena anche in me il bisogno di rileggere qualcosa di già gustato. In genere si tratta di libri che trovo 'rilassanti' tipo Pennac (e ho il sospetto che accadrà anche con Pratchett). Queli ibri, insomma, che non richiedono un grossissimo impegno e che hanno il potere di allontanare per un po' i pensieri seppellendoli sotto un velo di buon umore.
Ora sto rileggendo Dune, ho da poco ricominciato il secondo ed è la prima volta dopo oltre 10 anni. È meraviglioso.
È come ritrovarsi in un altro mondo, un mondo che amo, che conosco e dove mi sento al sicuro (nonostante tutto). È il mio angolino tranquillo, e sospetto che valga lo stesso discorso per altri libri che ho amato e che mi capiterà di rileggere.
Ma se ho anche io 4 anni, me li porto molto male.
Bene! Un'altra come me che rilegge per sentirsi al sicuro e non si vergogna di avere 4 anni portati male.
Insieme fonderemo un partito politico e rinnoveremo l'italia. Certo, se non fosse per quel limite dei 18 anni per il diritto di voto...
Personalmente amo rileggere determinati libri per il piacere di riprovare una parte di quelle sensazioni che mi hanno trasmesso, o anche soltanto per ritrovare qualche passo a me caro (ad esempio, non mi stancherò mai della scena in cui Saruman rivela le proprie intenzioni a Gandalf); amo rileggere i libri che mi sono piaviuti veramente, così come amo rivedere certi film che ormai conosco a memoria, solamente per il piacere di farlo.
Forse inconsciamente anch'io cerco di rifugiarmi in un mondo ben conosciuto e amato; in ogni caso, trovo che, a prescindere dalle motivazioni che ci spingono, rileggere sia qualcosa di buono, un po' come ritrovarsi con un amico che non si vedeva da un po' di tempo.
Qualcosa di buono c'è di sicuro, e anche io talvolta riprendo in mano un romanzo per il piacere di rileggere non tutto il libro ma solo una scena o due che mi hanno particolarmente colpito.
mi piace il tuo paragone con un amico. Anche perchè gli amici più cari non sono necessariamente le persone più intelligenti, più belle o più di successo tra tutte quelle che si conoscono. Sono quelle che si amano. E' diverso. Come certi libri.
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