"qualsiasi tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia".
(Legge di Clarke)
Le idee migliori arrivano al pub. Come i peruviani che vengono a vendere le rose. Per quel che ne so i due eventi sono correlati. Magari i peruviani sono portatori sani di fantasia.
Di recente chiacchieravo del fatto che l'informatica al cinema è magia. E mi sono accorto che la cosa va oltre il semplice comportamento improbabile di qualche computer.
Perchè oviamente tutto si comporta in modo improbabile al cinema. Fa parte del fascino del mezzo.
Intendo dire che i computer si comportano in modo pressochè identico alla magia.
In alcuni film il il computer è visto come porta verso un'altra realtà. A volte giustificando la cosa come una realtà virtuale e a volte no. Come in tron, il 13^piano e l'ovvio Matrix tanto per dare qualche esempio.
A volte, soprattutto nei film girati in tempi in cui la parola pc evocava un partito di sinistra e non un comune elettrodomestico, è davvero un oggetto magico nel senso più puro del termine.
L'esempio più clamoroso è il film "la donna esplosiva" in cui si sconfina nel voodoo. C'è persino la bambolina di plastica trasformata magicamente in quel considerevole pezzo di topolona anni 80 che era Kelly le Brock.
Dopo la seconda Dragoon media la conversazione passa a argomenti più esoterici : i fosfori verdi.
Al cinema i professionisti dell'informatica usano quasi sempre un monitor a fosfori verdi (o un emulatore di terminale impostato in quel modo, vai a sapere). Questo anche quando nel mondo reale l'informatico medio userebbe ambienti di sviluppo come eclipse o visual studio.
Il superHacker di turno digita per un po', tocca magari il mouse un paio di volte ma di solito nemmeno quello, poi schiaccia invio e avviene il miracolo. Di solito rappresentato da un'impressionante animazione ad hoc.
ora,
* è alquanto difficile che qualcuno riesca a scrivere un programma che gira al primo colpo. Soprattutto se è un programma complesso. Ancor di più se usa quello che sembra un comune editor di testi invece di un ambiente di sviluppo
* E in ogni caso chi cavolo gielo fa fare di scrivere un programma complesso? Voglio dire, se stai lottando contro il tempo per scrivere un software che ti permetta di entrare nei computer dell'astronave aliena (che già è una bella sboronata di per sè), non ti converrebbe lasciare perdere le animazioni fighette e concentrarti su quello che serve?
vabbè.
Quello che notavo è che l'informatica ha sovente l'estetica dell'informatica di una volta.
Se il protagonista del film è un tizio qualunque allora gli applicativi mostrati possono anche essere quelli familiari al pubblico come un browser o un programma di messaggistica. Altrimenti abbiamo monitor monocromatici, poco o nessun uso del mouse, zero interfacce grafiche. Almeno fino al lancio dell'immancabile animazione che ilustri l'effetto del programma.
Penso dipenda dal fatto che il cinema usa un linguaggio fatto di simboli. E' una caratteristica necessaria per un mezzo visivo che non può perdere tempo in spiegazioni. Le immagini che simbolizzano l'informatica sono state definite da un pezzo e oramai ce le teniamo.
E' un po' come nei bagni pubblici dove le porte sono distinte con l'omino in pantaloni e la donnina con la gonna anche se non è più tanto sicuro che una donna indossi quel tipo di abbigliamento.
In ogni caso, il risultato è interessante. L'hacker, di solito vestito in modo trasandato (abiti quindi riconoscibilmente diversi da quelli delle persone normali) usa un linguaggio incomprensibile e arcaico per generare effetti magici.
Se questa descrizione non vi fa venire in mente niente, sono certo che da qualche parte su youtube debba esserci quella scena de "i maghi del terrore" in cui Boris Karloff e Vincent Price lanciano magie recitando impeccabili frasi magiche come "cave canem" e "per aspera ad astra". Io volevo linkarla ma non l'ho trovata
insomma, i monitor monocromatici ai fosfori verdi stanno diventando l'equivalente fantascientifico del latino : una lingua antica che è la lingua del potere di pochi iniziati.
Buffo.
Oh, e anche se finora parlavo di cinema, nessun post sull'informagica può essere completo senza almeno menzionare i romanzi del ciclo di wiz. Tra l'altro almeno i primi sono disponibili gratutitamente sulla bean library, che non guasta.
In un regno dominato dalla magia un grande mago evoca in aiuto un mago da un altra dimensione . L'evocato risulta essere un informatico del nostro mondo detto "wiz", un mago dei computer, insomma.
Costui scopre che gli incantesimi sono complicatissimi e procede a inventare un nuovo modo di comporli. Invece di un unico grande incantesimo usa tanti piccoli incantesimi specializzati che si richiamano a vicenda.
Con questi incantesimi semplici crea anche un macroincantesimo sempre in funzione che gli dia accesso alle magie che ha preparato.
Insomma, si inventa la magia object oriented e un sistema operativo magico unix like. Poi va in giro per il mondo friggendo i cattivi urlando cose come "spells/battle/fireball.sh"
Ovviamente i demoni sono *veri* demoni, e quando nel secondo volume un quindicenne allupato si occupa di progettare un'interfaccia migliore il risultato è un'interfaccia grafica *molto* user friendly e *molto* grafica.
venerdì 16 gennaio 2009
latino e fosfori verdi
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9 commenti:
Concordo...infatti sto progettando di andare in giro con una collana fatta di ram ed un copricapo composto da cd e piume... :D
La collana fatta di ram quasi ce l'ho già (non sapendo cosa fare di un vechio blocco di ram l'ho trasformato in portachiavi, ma ho valutato anche l'idea della collana).
Il copricapo di cd e piume però mi manca. Pensi di metterlo in commercio? potrebbe anche avere successo.
ridete, ridere finché volete, o informatici. Io non ci trovo nulla di strano dato che per me l'informaticha _è_ magia: non ha logica, funziona senza che io possa capire come e soprattutto gli effetti di un'azione sono quasi sempre imprevedibili.
(però il copricapo di CD e piume lo voglio anche io, anche se è palese che non sono una maga... pardon, un'informatica
Non sapevo dell'esistenza di quei libri, adesso _devo_ procurarmeli. @__@
Sull'informagica nei film poco da dire. Si può facilmente notare, ad esempio, come le poche volte in cui si vede chiaramente il programma che il tipo di turno sta usando, è regolarmente qualcosa che non c'entra assolutamente niente con ciò che sta facendo. Per non dire di memorabili scene di gente che spegne di botto un PC semplicemente premendo ESC, o i famigerati PC dei cattivi che sono sempre accessibili via rete dal primo nerd che passa a prescindere dal fatto che siano:
a - accesi (e vabbe', passi)
b - collegati a una qualsivoglia rete
spezzo una lancia favore dei signori di hollywood: spesso basta un po' di shell scripting (certo non per fare i programmi con interfacce puffose che si vedono al cine, ma è certamente vero che se devi solo scrivere spesso è più veloce non usare il mouse); spesso i nerd amano la retrotecnologia e, anche se hanno appena letto su qualche wiki quanto fa male usare verde su nero, lo fanno lo stesso.
ciò detto sono in effetti assolutamente d'accordo con sauron, soprattutto sul fatto che il cinema usa simboli. e i simboli sdevono essere riconoscibili, per poter essere usati (syn-ballein, legare insieme. ma devi capire cosa).
aggiungo un dettaglio: non solo al cinema l'informatica è magia: la famigerata ecdl insegna a far funzionare il computer tramite liturgie prive di qualsiavoglia senso, non si sofferma mai sui meccanismi inerenti del funzionamento di un sistema operativo, per dire, e si limita a dire: per creare una nuova cartella fai così. questo è il solo modo giusto.
e mi pare quasi più grave delle mistificazioni cinematografiche (quasi, ho detto).
Secondo me l'ECDL nasce per formare operatori di macchine Windows: ti dice qual è l'unico modo giusto per relazionarsi con un sistema che pretende sempre e comunque di fare quello che vuole lui e non quello che dici tu (ovvero assecondarlo come si fa coi matti).
@fed : Secondo me Valberici ha avuto un intuizione formidabile. Se commercializzasse il copricapo di cd e piume potrebbe rivoluzionare il mondo della moda.
@CMT : Ti avviso subito che quei libri non sono capolavori. Però l'idea è abbastanza curiosa perchè valga la pena di darci uno sguardo. Oltretutto sono pure gratuiti legalmente sulla bean library. COsa chiedere di più?
Riguardo all'ECDL ammetto che ne so poco (e da quel poco che ne ho sentito non ne ho una buona opinione). Ma mi piace l'idea che insegni a assecondare windows come si fa con i matti :)
@alladr : sì, di certo le shell sono tutt'altro che estinte e spesso sono pure la scelta più comoda. Ma mi rimane l'impressione che si tratti comunque di un'estetica adottata ai tempi in cui era l'unica disponibile e adesso adottata come default perchè "fa computer". Ammetto comunque che è un'impressione generale, certo non il risultato di uno studio accurato al riguardo.
Be', si potrebbe chiedere che ti paghino per leggerli, ma credo sarebbe davvero chiedere troppo... ^__-
Che bello trovare espressi così bene i sentimenti che ho provato da sempre quando vedo la trasposizione cinematografica di un hacker/mago-del-computer trafficare col suo PC facendo vere e propri informagie. Al fianco di David Levinson (Jeff Goldblum) vedrei bene anche Boris Grishenko (Alan Cumming) di 007 Goldeneye che digita mentre gioca con la penna.
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