martedì 6 ottobre 2009

la serietà fa male

Allora. Qualche secolo fa, alcuni guerrieri giapponesi dovevano essere preparati anche all'eventualità di uno scontro senza armi. Siccome passavano la maggior parte del tempo a allenarsi con la spada, si inventarono uno stile di lotta che usasse gli stessi movimenti. così perdevano meno tempo a impararli.

flash forward e abbiamo i praticanti di aikido e daito ryu aikijutsu che si vantano della loro tradizione.

Qualche secolo fa, alcuni contadini cinesi si trovarono a doversi difendere. Non avendo altro sotto mano si arrabattarono a farlo con gli attrezzi del loro lavoro.

Flash forward e abbiamo i praticanti di certi stili che fanno i grandiosi per la loro abilità con i nunchaku.

Immaginiamo un universo parallelo.

In questo universo i giocatori di tennis sono sbeffeggiati e maltrattati da tutti. Si ritrovano quindi costretti a inventare un modo per difendersi. Hanno i muscoli di un braccio ben allenati e alcuni movimenti ben inculcati da varie ore di pratica quotidiana. Elaborano quindi uno stile di combattimento che consiste nel prendere l'avversario a racchettate in faccia o, in assenza di racchette, colpirlo con gli stessi movimenti che userebbero se ne avessero una.

flash forward e abbiamo i praticanti di tennis-jutsu che si ritrovano nell'uniforme tradizionale (bianca, scarpe da ginnastica, pantaloni corti per gli uomini, gonnellina per le donne) e passano un'ora e mezza due sere la settimana a sventolare una racchetta vantandosi della loro tradizione.

Alcuni particolarmente fanatici usano una racchetta di ghisa per sviluppare di più i muscoli.

il parallelo regge fino a un carto punto, ma secondo me certi praticanti di arti marziali si prendono fin troppo sul serio.

8 commenti:

Valberici ha detto...

Sono d'accordo.
Tra l'altro le attuali arti marziali sono assai edulcorate.
In soldoni è come se un campione mondiale di fioretto venisse sfidato da un moschettiere del tempo di d'Artagnan. Finirebbe sforacchiato come un colabrodo.
Un conto è combattere per uccidere e sopravvivere, un conto cazzeggiare in una palestra ;)

Bruno ha detto...

Immaginiamo un altro universo parallelo. Dei boscaioli che abbattono gli alberi con la motosega vengono continuamente presi per i fondelli. Si convincono che è il momento di inventare un modo per difendersi...
Flash forward e abbiamo una bella banda di mattacchioni in Texas... :)
Ok, ok, la smetto.

Fed Zeppelin ha detto...

vabbè ma in quasi tutti gli sport ci sono persone che si prendono fin troppo sul serio. Fa parte della psicologia dello sportivo, che non si estende a tutti i praticanti dello sport, ma a molti di loro :D

alladr ha detto...

Immaginiamo un universo parallelo. I segaioli vengono presi per i fondelli da tutti, ma hanno un braccio ben alleanto e un'arma da tiro praticamente sempre pronta all'uso (anche se ha tempi di ricarica sconvenienti).
passano un paio di secoli e abbiamo.... abbiamo....

(scusa, non riesco proprio ad essere serio...)

sauron era un bravo artigiano ha detto...

@valberici: assolutamente d'accordo. Il ridicolo è che qualcuno non si rende conto che le arti marziali sono divertenti ma, inevitabilmente, si sono allontanate parecchio dalle origini

@bruno Sai, credo che la cosa migliore sia non aprire quel flashforward

@fed. Certo. E certamente non tutti i praticanti esagerano. Ma chi è fanatico p.es. della maratona, al massimo ti annoierà parlando di integratori e di allenamenti. Alcuni praticanti di arti marziali mi sembra abbiano una visione ben più distorta della realtà e cerchino di vivere in una versione idealizzata di qualche monastero asiatico di un millennio fa.

@alladr: la serietà è una malattia. E' importante cercare di evitare il contagio. o per lo meno di curarsi, dovesse capitare.

Naeel ha detto...

io da ex praticante di kung-fu ti posso dire che di tradizionale c'è ben poco, le stesse forme che si studiano sono diverse da scuola a scuola e naturlamente ogni insegnante crede di saperla più lunga dell'altro. certo c'è anche chi, per amore di conoscenza (e generalmente perchè "ci sta proprio sotto") va in Cina e si rinchiude in un monastero Shaolin per studiare.
le arti marziali sono molto belle, soprattutto pechè intorno ad esse si avvolgono delle storie poetiche a volte reali ma quasi sempre fantastiche, il problema è che gli invasati hanno solo voglia di imparare a fare male e non capiscono che in quelle storie, nella teoria, nella leggenda sta il succo di quell arti, non nella potenza dell'urlo.

chiudo.promesso.
la prima regola delle arti marziali cinesi è evitare lo scontro. e non si discute.

sauron era un bravo artigiano ha detto...

@naeel: Diverse da scuola a scuola, dici? Non mi stupisce: vedo quanto è frammentato l'aikido che è un'arte il cui fondatore è morto solo negli anni 60. Figuriamoci qualcosa che va indietro di qualche secolo!

Sì. Sono molto belle. PEccato solo che capitino a volte persone che rovinano un po' il piacere di praticare.

Il Coniglio Mannaro ha detto...

Concordo con Naeel: la differenza è piuttosto ampia, anche perché tendiamo ad occidentalizzare le discipline.
Io ho praticato la Muay thai, e l’ho presa sul serio; dicendo ciò non dico di aver iniziato a fare la ram muay prima di combattere o chissà cos’altro. Ho imparato, dalla durezza degli allenamenti, ad avere più determinazione, a cercare fino in fondo di raggiungere un obiettivo. Ho appreso, tramite il tacito accordo con il mio maestro e i compagni, ad avere rispetto verso il prossimo, sapendo comprendere che per ogni cosa c’è un momento per scherzare e un altro per esser seri. Tutti pensieri che probabilmente possedevo già, ma che di certo ho accresciuto tramite queste esperienze.
Ho compreso anche che vi sono individui la cui decisione di imparare un’arte marziale si basa sulla possibilità di dire “io faccio …”, o sulla convinzione di poter pestare la gente che li guarda storto per strada. Esaltati simili abbondano in ogni disciplina. Detto ciò, so benissimo di essere anni luce rispetto alla Muay thai praticata in Thailandia, tecnicamente e culturalmente, perché le culture stesse sono differenti. Dico che la thai mi ha insegnato qualcosa, ma non mi ha fatto divenire un qualche tipo di “santone”. Il punto è che si possono assimilare lezioni da qualsiasi esperienza.
Personalmente non mi sento di giudicare “esaltato” chi s’impegni a seguire i precetti di un’arte marziale, perché in ogni disciplina sportiva si mettono in atto idee che diventano parte di noi man mano che si cresce e si matura: uno sportivo con valori morali discutibili, per esempio, potrebbe sceglier di comportarsi scorrettamente in campo, e, molto probabilmente, applicherà gli stessi precetti fuori dallo sport.
Insomma, il problema non è tanto che certi praticanti di arti marziali siano esaltati, ma che alcuni esaltati siano anche (e sottolineo “anche”) tra i praticanti di arti marziali.

Altro concetto che condivido con Naeel: lo scontro è sempre da evitare. E aggiungo che un guerriero di muay thai deve sempre tenere a mente il rispetto e l’educazione, concetti per la cui comprensione sicuramente non occorre fare arti marziali.