venerdì 10 luglio 2009

retrocinema Faust (Murnau, 1926)

Anni fa, quando andavo al liceo, mi capitò di andare a Parigi in gita scolastica. La nostra classe era accompagnata dall'insegnante di storia dell'arte: un individuo le cui pittoresche eccentricità avevano fatto sì che, caso più unico che raro, fossero gli studenti minorenni a sentirsi imbarazzati per i comportamenti dell'adulto.

Tra i vari eventi di quei giorni spicca la visita al Louvre in cui il nostro accompagnatore, dopo aver bussato vigorosamente su vari quadri esclamando "al giorno d'oggi molti dipingono su carta, ma bisognerebbe dipingere su tela. Questi sono tutti su tela. Sentite come risuonano?" attirò la nostra attenzione su di un crocifisso.

Non ricordo chi fosse l'autore di quel dipinto. Mi pare fosse una cosa su legno di qualche tizio toscano. Giotto, Cimabue, qualcosa di simile. Il nostro augusto docente lo indicò con uno sprezzante gesto rotatorio del polso e commentò "Questo è qui solo per il nome dell'autore ma vedete che l'anatomia è sbagliata? A casa ho un crocifisso che ho dipinto io che è molto più bello perchè ho fatto le proporzioni giuste. "

Guardare certi vecchi film è come guardare certi vecchi quadri. può succedere che un quadro contenga errori di prospettiva che qualsiasi studente uscito oggi dall'accademia avrebbe facilmente evitato. Allo stesso modo può succedere in un film che ci sia qualche ingenuità che un regista moderno, anche senza troppo talento, non avrebbe commesso.

Ciò nonostante, Giotto e Murnau hanno un posto ben meritato nei libri di storia dell'arte o del cinema. Il mio prof del liceo e i vanzina sono invece Last e parecchio least.

Murnau, per chi non lo conoscesse, è lo stesso regista del "Nosferatu", per cui si era beccato una denuncia per plagio dalla vedova di Stoker. Forse per questo ha deciso di occuparsi di una leggenda medievale tedesca.
Male che vada si sarebbe arrabbiato qualche erede di Goethe, ma probabilmente anche lì il copyright oramai era scaduto.

La trama è quella nota: faust accetta un patto col diavolo e costui si rivela un partner commerciale non del tutto affidabile.
Corollario: fare patti col diavolo è una cattiva idea ma andare a letto con chi lo fa è anche peggio.
Il risultato è notevole.

Alcuni aspetti, dopo ottant'anni, sono inesorabilmente datati, ma tuto sommato c'è di peggio in film da cui ci separano pochi lustri.
In effetti, credo che tra i film di inizio novecento gli horror espressionisti e questo film in particolare siano tra quelli rimasti più godibili. Dopotutto, cosa rende "datato" un film se non i riferimenti a una quotidianità superata? Ma in un film del genere la quotidianità si trova già a due livelli di distanza: il primo è un distacco storico: il film è ambientato nel passato. Il secondo è un distacco estetico : che l'aspetto della realtà sia legato all'emotività più che alla realtà è un elemento fisso dell'espressionismo (il caligari, altro film stupendo, è straordinario per questo).

A questo punto, quasi non si nota che gli ottant'anni che ci separano dal pubblico originario aggiungano un nuovo elemento di distacco. Le immagini che affascianrono gli spettatori allora sono ancora affascinanti adesso. Mefistofele che incombe sulla vallata, il volo di faust sono scene che mi hanno lasciato senza fiato.



Poi, uno vede "transformers2: the revenge of the fallen" e pensa: vabbeh.

E uno si chiede anche: ma se i film invecchiano meno se non sono legati alla quotidianità, questo sarà vero anche per il fantasy? Tra un paio di secoli gli appassionati leggeranno i romanzi di Martin con la stessa passione di oggi?

Magari sì.

E magari per allora Martin avrà pure terminato gli ultimi libri, ma di questo sono meno convinto.

4 commenti:

Fed Zeppelin ha detto...

Leggendo questo post mi sono venute in mentre tre considerazioni che metto qui in ordine sparso:

-Non credo che Martin ce la farà a finir le cronache con solo due secoli a disposizione.

-Basandomi anche sulla mia sperienza persoale inizio a credere che i prof di storia dell'arte siano eccentrici per defiizione (probabilmente altrimenti il provveditorato non li assume)

-sottoscrivo quanto dici per gli horror dell'epoca. Non so se è la cura che usavano allora, il bianco e nero o cos'altro, ma rimangono bellissimi da vedere anche a questa distanza di tempo, e secondo me se li godranno pure tra due secoli (mentre aspettano che Martin finisca di scrivere le cronache)


Questo non c'entra, ma ringrazio blogger per avermi dato 'merdi' come parola di sicurezza di questopost. Spero fosse un invito e non un commento sulla mia persona.

sauron era un bravo artigiano ha detto...

@fed:

- sa anche a me. Però magari finisce almeno il prossimo libro.

- ecco cosa succede a accostare nei discorsi arte e sregolatezza: che gli sregolati si danno all'arte

- infatti

(quanto alla parola di sicurezza, declino ogni responsabilità per la coprolalia di blogger)

Valberici ha detto...

Un artista deve creare una sua realtà, se si limita a prendere in prestito quella che lo circonda è solo un artigiano destinato all'oblio. ;)

sauron era un bravo artigiano ha detto...

@valberici: splendida precisazione. Riassume tutto ottimamente in poche parole.