Mi è già capitato di accennare al gruppo con cui gioco di ruolo fin dal 1989. Con l'avvicinarsi del natale mi sono trovato a decidere il regalo appropriato. Forse un libro? Film? Manuali?
Ma poi, l'illuminazione è arrivata spontanea e improvvisa. E mi sono reso conto che persino le gang americane hanno i loro "colori". Nei film, almeno, che nella realtà non ne ho idea. Potevamo essere da meno? E ho fatto stampare una maglietta in modo da avere una nostra uniforme.
E la maglietta serve anche da nerd-detector: se riconoscete al volo la città menzionata, probabilmente siete dei nerd che giocavano troppo a d&d tra gli anni 80 e 90. Altrimenti, vi risparmio la fatica di cercare su google e vi dico che è la capitale del granducato di Karameikos, ambientazione di default per il d&d di quegli anni.
Se vi capita di incontrare qualcuno vestito così, girate alla larga, che fa parte della gang dei giocatori di d&d. Siamo pericolosi.
mercoledì 29 dicembre 2010
lunedì 27 dicembre 2010
pensieri di santo stefano
Sprofondo in poltrona. Sono in visita ai miei cugini per il tradizionale pranzo di santo stefano. Dopo il tour de force gastronomico del giorno prima la mia potenza divoratrice è limitata, ma per fortuna mi aspetta un pasto più leggero: abbastanza da sfamare una città invece che un'intera nazione.
La casa è una vecchia scuola elementare riadattata. La stanza, molto spaziosa era un'aula. Una bambina di pochi mesi, l'aquisto più recente della famiglia, gioca affascinata con una scatola di cartone sul pavimento dove altri bambini, tanti anni fa, sudavano sui compiti in classe. La sorella maggiore spinge con entusiasmo una locomotiva di plastica. Pochi minuti prima, quando sono arrivato, la più giovane delle due piangeva urlando con una disperazione assoluta.
E davvero mi trovo a pensare che i bambini sono capaci di emozioni di una purezza preclusa agli adulti. E mi domando se sia una cosa da rimpiangere. Quanda disperazione sarei disposto a accettare per una pari quantità di gioia? Quanta sofferenza in cambio del piacere? quanta insalata scondita per altrettanti agnolotti? E' il caso di invidiarli? O magari dovrei rallegrarmi che gli anni abbiano smussato la mia anima e io non sappia più provare tanto dolore?
Arriva in tavola la polenta col formaggio. Mi sposto dalla poltrona alla sedia e penso che le festività mi fanno venire pensieri strani. E penso anche che nei prossimi giorni devo scrivere qualcosa circa due regali che ho scambiato con i miei amici durante queste feste e che mi sembrano, per differenti ragioni, piuttosto significativi. Uno, anche piuttosto nerd.
La casa è una vecchia scuola elementare riadattata. La stanza, molto spaziosa era un'aula. Una bambina di pochi mesi, l'aquisto più recente della famiglia, gioca affascinata con una scatola di cartone sul pavimento dove altri bambini, tanti anni fa, sudavano sui compiti in classe. La sorella maggiore spinge con entusiasmo una locomotiva di plastica. Pochi minuti prima, quando sono arrivato, la più giovane delle due piangeva urlando con una disperazione assoluta.
E davvero mi trovo a pensare che i bambini sono capaci di emozioni di una purezza preclusa agli adulti. E mi domando se sia una cosa da rimpiangere. Quanda disperazione sarei disposto a accettare per una pari quantità di gioia? Quanta sofferenza in cambio del piacere? quanta insalata scondita per altrettanti agnolotti? E' il caso di invidiarli? O magari dovrei rallegrarmi che gli anni abbiano smussato la mia anima e io non sappia più provare tanto dolore?
Arriva in tavola la polenta col formaggio. Mi sposto dalla poltrona alla sedia e penso che le festività mi fanno venire pensieri strani. E penso anche che nei prossimi giorni devo scrivere qualcosa circa due regali che ho scambiato con i miei amici durante queste feste e che mi sembrano, per differenti ragioni, piuttosto significativi. Uno, anche piuttosto nerd.
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sabato 25 dicembre 2010
auguri a tutti
soprattutto a quei pochi a cui ancora adesso capita di passare da questo blog. Ripromettendomi di riprendere a postare con regolarità.
E' incedibile come si possa smettere, dapprima per un accumularsi di impegni e poi, man mano, perchè la cosa esce sempre più di mente.
con gli auguri che babbo natale vi porti ciò che più desiderate.
Altrimenti, fategli vedere a quel vecchiaccio!
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