mercoledì 24 febbraio 2010

evoluzione dei giocatori

Come ho già accennato in passato sono venti anni che gioco di ruolo con lo stesso gruppo. Ho ricordi vaghi dei nostri primi incontri. Sul tavolo avevamo solamente il materiale di gioco e una bottiglia di qualche bevanda analcolica. Di solito, mi pare, acqua e coca cola.

A testimonianza del processo di evoluzione e maturazione seguito dal gruppo in questi anni, porto l'elenco del materiale consumato la scorsa sessione:

pizza fatta in casa dalla moglie del barbaro, evidentemente grata del fatto che glielo leviamo di torno una sera alla settimana
salame
arachidi
zenzero candito
olive ascolane
patatine di mais con salsa piccante
snack al farro preso al negozio di roba biologica
banane fritte prese al negozio cinese/africano
cosi indefinibili di riso gusto pizza

Da bere:

vodka alla liquirizia
barbera
sidro
birra

Con gli anni, i regolamenti si sono evoluti molto da quel d&d scatola rossa con cui abbiamo iniziato nel lontano 1989.

Ma anche noi giocatori non siamo certo immutati.

domenica 14 febbraio 2010

lunedì 1 febbraio 2010

L'osservatore pagano

Qualche tempo fa, l'osservatore romano ha pubblicato una recensione del film "avatar" in cui criticava la divinizzazione della natura.

Niente da ridire: un periodico di natura religiosa ha tutte le ragioni per criticare chi promuove la concorrenza. Aspettarsi altrimenti sarebbe come aspettarsi che la microsoft parli con entusiasmo di Linux.

Ma al tempo stesso, leggere la notizia mi ha fatto pensare a come la religione sia trascurata nel fantasy e nella fantascienza. Relegata sovente a poche esclamazioni (per Crom!), a semplicistico avversario o a una blanda spiritualità new age.

Voglio dire, sì, c'è Lewis e c'è Pullman che gli è più o meno simmetrico. Sicuramente ci sono altri nomi che adesso mi sfuggono. Ma il gran parte del fantasy crea un medioevo in cui manca uno degli elementi più importanti di quell'epoca. O quantomeno lo trasforma in uno scialbo elemento di contorno, come nel caso di D&D in cui il chierico di turno è solo un tipo specializzato di mago.

Cos'è che frena così tanto gli scrittori? Oltretutto la religione è un eccellente fonte di simboli potenti per i lettori. Una cosa che l'horror ha capito da un pezzo.

E' forse il timore che una rappresentazione più intensa della religiosità possa offendere il pubblico? Sospetto che sia così. Il fantasy, o almeno un certo fantasy, con i suoi mondi alternativi e i suoi personaggi epici aspira a suscitare emozioni intense nel lettore. Secondo me questo timore è una delle ragioni per cui fallisce così sovente nel tentativo.