martedì 30 settembre 2008

spazio 1999

Nove anni fa, il 13 settembre, un'esplosione sparava la luna lontano dall'orbita terrestre. O almeno questo è quello che avveniva nella serie televisiva "Spazio 1999". Lo hanno detto in televisione, quindi è vero, giusto?

Ho pochi ricordi dell'epoca in cui ero alle elementari. Principalmente si tratta di situazioni o frasi che mi hanno colpito.
Come la maestra che per spaventarci indicava un armadietto nel corridoio.

Lì, spiegava, è dove i bidelli ripongono le ossa dei bambini disubbidienti dopo averli spolpati (1).

In seguito, quando da adulto mi è capitato di votare in quella stessa scuola, ho visto ancora quell'armadietto. E ho avrei voluto sbirciarci dentro e vedere se davvero conteneva una pila di lucidi ossicini umani. Purtroppo l'imbarazzo nell'andirivieni da e verso le urne ha avuto il sopravvento, così ignoro tuttora se vivo nel mondo reale o in un racconto di Stephen King.

Televisivamente, i miei ricordi di infanzia sono : cartoni giapponesi, happy days, star trek e spazio 1999.

Anche qui i ricordi sono frammentari : qualche scena qua e là. Un paio di volti. Maya, che oltre a essere una civiltà sudamericana è anche il nome di una mutaforma dalle sopracciglia puntinate.
Ricordo le piastrelle accanto al mio letto, trasformate nella superficie lunare, grazie ai componenti del lego e a parecchia fantasia.

Poi, per alcuni anni, non ho avuto occasione di rivedere quegli episodi. Di tanto in tanto mi imbattevo in qualche riferimento. Un articolo su di una rivista, ad esempio, o un numero monografico di una fanzine in cui venivano raccontati i retroscena della serie e si ironizzava con affetto sui presupposti tutt'altro che plausibili.

Di recente mi sono procurato i cofanetti con la serie completa. Mi sono rivisto il primo episodio, che ha retto benissimo ai segni del tempo, e il secondo di cui non si può dire altrettanto. Mi sembrava il momento giusto per iniziare a riguardarlo, prima che scadesse il mese in cui si può parlare di anniversario.

Non è importante che sia bello o no. Mi fa piacere rivederlo. Mi è capitato di provare disappunto, ma il *mio* spazio 1999 non è quello. Il mio spazio 1999 è partito da quei filmati ma si è arricchito di 30 anni di nostalgia. Non è più la stessa cosa, non più di quanto un cavallo sia l'Hyracotherium da cui è disceso qualche milione di anni fa.

A settembre, nel 1999, un'esplosione ha scaraventato la luna oltre l'orbita terrestre. E anche se questo non è vero e non è importante nella realtà, è stato importante per me. Mi sembrava opportuno commemorarlo.

(1) Di recente è stato dichiarato illegale minacciare gli studenti di bocciatura. Mi chiedo i giudici cosa penserebbero del cannibalismo come forma di intimidazione. Di certo la strategia utilizzata dalla difesa, ovvero che la minaccia non avrebbe potuto essere messa in atto, non sarebbe praticabile. Infatti, è vero che la bocciatura richiede un voto collegiale, ma per il cannibalismo basta avere appetito.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

non è mica necessario mangiarli.
il comunismo è fuori moda.

ma, con quello che mangiano loro, non ritengo che l'appetito sia un motivo sufficiente. ad ogni modo.

Fed Zeppelin ha detto...

Ohhhhhhhhhhh che ricordi!! In realtà spazio 1999 non l'ho visto, ma mi hai ricordato Star Trek (la serie vecchia vecchia con Spok e tutto), A-Team, Happy Days i Muppets e i cartoni giapponesi... in pratica un mosaico della mia infanzia :)

Io però fossi stata in te ci avrei buttato un occhio nell'armadietto ;)

sauron era un bravo artigiano ha detto...

@alladr : fuori moda? Sei sicuro?

A sentire il nostro beneamato leader sembra che i comunisti siano sempre di più e in procinto di conquistare il mondo (va da se che lui è il nostro unico baluardo contro questa sciagura).

@fed : Mi sentivo imbarazzato all'idea di farmi vedere che mi metto a aprire gli armadi e rovistare nella roba della scuola. Poi che figura ci facevo? Sembrava ancora che volessi mettermi a rubare spazzoloni e strofinacci ( o magari portar via un paio di femori da dare al cane, se ne avessi uno). Non mi sono osato.